Boschi inesplorati interrotti qua e là da montagne e paesaggi rupestri, vallate e piccoli centri arroccati sulle colline. Paesaggi lunari e immense distese di grano in cui soffia il vento che attraversa i vicoli dei Sassi di Matera sino a raggiungere costoni rocciosi che scendono a strapiombo sull’acqua cristallina dei nostri mari. Luoghi dove silenzio, colori e profumi sottolineano l’autenticità dei sapori di una volta.
Basilicata, entroterra antico in cui la coltivazione della vite ha origine lontanissime che risalgono all’epoca in cui gli Enotri, così chiamati per la qualità eccezionale del vino prodotto, abitavano questa regione (1200 – 1300 a.C.). Vigne millenarie decantate dal greco Strabone e da Plinio il Vecchio e nei testi di Orazio, maestro di eleganza stilistica, che cantò le qualità della sua terra natìa, Venosa, e del suo ottimo vino.
Terra dell’imperatore Federico II che nei suoi possedimenti in Lucania trascorreva lunghi periodi per la caccia e per tener d’occhio i vitigni e i vini che poi finivano sulle sue mense reali.
Territorio disseminato di testimonianze, attrezzi ritrovati e contenitori di varia foggia utilizzati nell’enologia: reperti che documentano la presenza della vite e l’eccellente qualità dei vini ottenuti da essa da tempo immemore.
Ma è nel territorio del Vulture, monte di origine vulcanica alto oltre 1300 metri, che si è diffuso in tempi assai remoti il vitigno Aglianico. Un vino dalle strepitose caratteristiche grazie a cenere e lapilli di un passato lontano e alle scure rocce laviche ricche di minerali e potassio che giacciono sul gigante assopito ormai da millenni.
È in questi luoghi che Alovini, azienda vinicola fondata da Oronzo Alò, produce i suoi vini: in una terra ad alta vocazione vitivinicola, nella prestigiosa area del DOC Aglianico del Vulture.